Bullismo: in molti contro uno
Essere vittima di bullismo è angosciante. Chi viene continuamente criticato, offeso e tormentato, alla fine si sente solo e impotente. Il bullismo finisce solo quando se ne parla, quindi bisogna agire e fare qualcosa sia quando lo si subisce che nel caso in cui ci si accorge che qualcuno è bullizzato.
Fare un commento stupido di tanto in tanto è normale, ma quando simili commenti si ripetono e sono diretti sempre alle stesse persone allora diventa un problema.
Cos’è esattamente il bullismo?
Sai bene come funziona: un gruppetto di ragazzi e/o ragazze si raduna intorno a una ragazza o a un ragazzo e si capisce subito che ne faranno la loro vittima. Raramente tutto questo accade per un motivo preciso. A volte succede solo per noia o semplicemente per sentirsi forti. Il bullismo può cominciare così e poi scatenare una spirale di violenze, per esempio terrorizzare i compagni di scuola, parlare male di loro, diffondere menzogne e dicerie su di loro, ricattarli, derubarli e offenderli, distruggere le loro cose, molestarli sessualmente.
Se questi soprusi continuano deliberatamente per due o tre settimane siamo di fronte a un caso di bullismo (che in inglese vuol dire tormentare qualcuno, emarginarlo, insultarlo). Il bullismo causa un danno psicologico alle persone che lo subiscono e che stanno in silenzio.
Conniventi e complici
Oltre agli autori degli atti di bullismo e alle loro vittime, ci sono sempre anche coloro che sono a conoscenza di questi atti, ma che stanno a guardare, guardano altrove o minimizzano quanto vedono. In realtà queste persone sono esse stesse complici, poiché con il loro comportamento favoriscono il bullismo.
Fatti coraggio e rompi il silenzio
Il bullismo si nutre del silenzio dei complici, degli spettatori e degli insegnanti. Inizialmente i diretti interessati, ovvero le vittime, non hanno il coraggio di parlarne, poiché temono di subire altre violenze o vendette.
Il bullismo si nutre di silenzio. Parlane!
Il modo migliore per far cessare il bullismo è parlarne apertamente, per esempio informando gli insegnanti o il docente di sostegno, che possono spiegare agli autori degli atti di bullismo che non saranno tollerate altre cattiverie nei confronti di una data persona. Meglio ancora se poi, in seguito a questi fatti, nascono dei progetti di classe o di istituto contro il bullismo.
Perché laddove il bullismo non viene tollerato e ci si prende cura l’uno dell’altro, nessuno potrà più maltrattare un’altra persona. Se vieni a sapere di qualcuno che viene tormentato, non restare a guardare, agisci! Ecco cosa puoi fare concretamente:
- intromettiti e spiega che il bullismo non è tollerato;
- non partecipare solo per sembrare un tipo in gamba o per paura di diventare a tua volta una vittima;
- informati se a scuola c’è un mediatore a cui poterti rivolgere;
- segnala i casi di bullismo ai genitori, agli insegnanti, al docente di sostegno o alla direzione della scuola.
Ecco cosa puoi fare se sei vittima di bullismo:
- informa quanto prima gli adulti di riferimento (vedi sopra);
- se hai l’impressione che non ti prendano sul serio, prova a rivolgerti a qualcun altro o contatta il 147;
- non rispondere con la stessa moneta, non faresti che peggiorare la situazione;
- se possibile, evita i luoghi dove hai subito gli atti di bullismo;
- prova a circondarti di amici: già un solo amico o una sola amica può renderti più forte (per saperne di più vai su Trovare amici).
La colpa non è mai delle vittime
Molte vittime si addossano la colpa di ciò che è capitato. Si chiedono: «Perché è successo proprio a me? Forse perché mi trovano orribile? Oppure sono davvero così stupido/stupida come dicono?».
Il bullismo non ha nulla a che vedere con l’aspetto, il comportamento o il carattere. Può capitare a tutti. Le cause del bullismo sono tante e sono da ricondursi principalmente agli autori degli atti di bullismo e al modo in cui le scuole gestiscono questo fenomeno.
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